TOGO: MARCIA DELLA RABBIA CONTRO LA DINASTIA AL POTERE DA 50 ANNI
CENTINAIO DI MIGLIAIA DI PERSONE IN VARIE PARTI DEL PAESE SI SONO RIVERSATE NELLE STRADE IN QUESTE ULTIME SETTIMANE E PURTROPPO NON SONO MANCATE LE VITTIME
Non
si placano le proteste in Togo contro
il governo di Faure Gnassingbé, al potere dal 2005 dopo che suo
padre aveva governato per ben 38 anni. L’opposizione chiede drastiche riforme
politiche con il ritorno alla costituzione del 1992 che prevedeva in
particolare un massimo di due mandati presidenziali. Dopo la sconfitta del presidente
del Gambia Yahya Jammeh all’inizio
dell’anno, l’unico Paese dell’Africa occidentale a non avere limiti di mandato
rimane il Togo.
Centinaia di migliaia di persone in varie parti del Paese si sono
riversate nelle strade in queste ultime settimane e purtroppo non sono mancate
le vittime,
anche se le proteste erano pacifiche: almeno 4 i morti e decine i feriti nel
nord del Paese, territorio sempre risparmiato in passato dalle contestazioni.
Alcuni dimostranti hanno addirittura dichiarato di essere stati picchiati e
torturati dalla gendarmerie, corpo di polizia militare.
La risposta del governo è stata l’immediato
blocco dell’accesso a internet per impedire i contatti tra i gruppi
dell’opposizione. Sul piano politico, è stato invece
proposto un progetto di riforma costituzionale che prevede di limitare a due i
mandati presidenziali. La ‘non retroattività’ della misura permetterebbe
tuttavia a Faure Gnassingbé di ripresentarsi alle elezioni del 2020 e 2025. La
proposta è stata pertanto rifiutata dall’opposizione.
In un comunicato, i partiti dell’opposizione hanno invitato la popolazione a
«chiudere tutte le attività professionali ed economiche e pregare per le
vittime» nella giornata di venerdì 29 settembre. La partecipazione sembra
essere stata massiccia, anche se alcune fonti governative parlano di una
‘normalità delle attività’, soprattutto nella capitale.
Nuove manifestazioni sono comunque previste a partire da oggi 4 ottobre, giornata di
protesta che dovrebbe rappresentare ‘l’ultimo avvertimento’ prima della
cosiddetta ‘marcia della rabbia’ in programma domani. Si teme nuovamente il
blocco di internet.
Vengono denunciate repressioni nel nord del
Paese con più di 100 feriti e almeno cinque morti. Molte donne e bambini sono
fuggiti nei Paesi vicini, 300 persone si contano nel solo Ghana.
Questa situazione ha allertato l’ex Presidente ghanese Jerry John Rawlings che ha invitato Gnassingbé a
rispettare le proteste pacifiche della popolazione e ha chiesto l’intervento
principalmente degli stati della Comunità economica degli Stati
dell’Africa Occidentale (ECOWAS).
Sulla la crisi e le violenze in Togo è
intervenuta anche la comunità internazionale che ha riconosciuto come le voci
contrarie siano state autorizzate ad esprimersi pubblicamente ma ha condannato
le violenze ed invitato alla calma. Si teme fortemente che dopo la
manifestazione di giovedì, le proteste possano assumere un carattere molto più
violento.
A questa situazione di agitazione nel Paese,
si è aggiunto lo sciopero di 48 ore di lunedì e martedì 2-3 ottobre degli
insegnanti che rifiutano l’importo del premio unico accordato dal governo.
La situazione è molto instabile e tesa in
questo piccolo Paese con poco meno di otto milioni di abitanti colpiti per il
55,1% dalla povertà.
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