L’ACQUA FRIULANA GOCCIA DI CARNIA




L’acqua è una delle risorse più preziose presenti sul nostro pianeta. “Non esiste vita senza acqua” e più che uno slogan, e una realtà. E infatti fondamentale per la vita dell’uomo e di tutti gli esseri viventi, rendendo da sempre indispensabile il suo sfruttamento, anche nelle zone più remote.
Cosi avviene da molti anni in Carnia e in particolare a Pierabech, a 3 km dal comune di Forni Avoltri, il paese più a settentrione del territorio, incastonato nell’assoluto silenzio di boschi e montagne. In quella località si trova una delle sorgenti d’acqua oligominerale più ricche d’Europa, la Fonte di Fleons che sgorga a 1.370 metri di quota nel cuore delle Alpi Carniche.
Nel 1964 nacque l’idea di imbottigliare l’acqua della Fonte di Fleòns dall’industriale comasco Franco Tettamanti, il quale, dopo l’alluvione del 1966, da il via, con i soci, a quell’importante realtà che e la Goccia di Carnia. Alla fine degli anni ’70, i fratelli Ieronutti, Claudio, Mario, Ottavo e Primo, originari di Orsaria di Premariacco in provincia di Udine, rilevano lo stabilimento di Pierabech e danno un notevole impulso alla crescita dell’azienda. Uomo di grande intuizione, sviluppa un’efficiente strategia pubblicitaria con il motto bilingue passato ormai alla storia: “quattro gocce di salute/quatri gotis di salût”.
Il simbolo delle quattro gocce e rimasto invariato dalla fondazione dell’azienda ed e oggi visibile nel marchio consolidato che ne racchiudono tutti i valori più importanti:
Una goccia per idratare il tuo organismo.
Una goccia per assaporare la purezza.
Una goccia per limitare l’apporto di sodio.
Una goccia per favorire la diuresi.
E la Goccia di Carnia riuscì a conquistare in poco tempo ampie fasce di mercato, diventando un marchio noto, e non solo a livello locale e regionale.
L’azienda, risanata di tutto punto nell’89, fu ceduta a dicembre 1991 alla società Terme di Sant’Andrea S.p.A. di Piacenza, controllato dalla famiglia Sant’Ambrogio di Milano, già
fondatrice della Boario, una vita dedicata all’acqua minerale attraverso 26 aziende comprate e vendute in qualche decennio.
La famiglia Sant’Ambrogio rimane comunque alla guida dell’azienda che fa un buco di ben 40 miliardi.
Nel 1997, la Banca Popolare di Lodi prese in gestione lo stabilimento Goccia di Carnia fino al 2000, anno in cui l’impresa torna in mani friulane. A riacquistarla sono Adriano Savoia, Petris del prosciuttificio Wolf di Sauris, l’imprenditore Nicola Cescutti di Villa Santina (produttore di tubazioni snodabili in acciaio), il commercialista Paolo Rizza di Tolmezzo e Claudio Ieronutti, unico superstite dei cinque fratelli.
I cinque investitori di casa nostra si sono divisi la metà del pacchetto azionario mentre il restante 50% è stato rilevato dall’avvocato Giovanni Sant’Ambrogio.
Nel 2012, Goccia di Carnia è acquisita da AVM Associati S.p.A. e controllata tramite la holding Sorgenti Italiane S.r.l. ceduta poi a settembre 2018 a un Club Deal di investitori organizzato dalla stessa AVM Associati.
La società friulana gestisce una fonte da un miliardo di litri anno e ha una capacita produttiva in stabilimento di un milione di bottiglie al giorno.

(ph. archivio Gocce di Carnia)

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