DOVE L’ALPINITÀ È DI CASA
Non è un’impresa facile ripercorrere cent’anni di storia e soprattutto riuscire a celebrarla trasmettendo i suoi momenti più significativi. Per fortuna la Sezione Carnica nasce e vive in un territorio in cui lo spirito alpino va oltre la mera appartenenza a un Corpo o l’adesione a un’associazione.
Il tessuto locale è infatti impregnato di alpinità e la
popolazione accoglie sempre con grande entusiasmo e partecipazione gli alpini.
Così la storia della Sezione e dei suoi attuali 31 Gruppi continua ad essere tramandata
e soprattutto vissuta lungo un viaggio che dura da ben cent’anni. Era infatti
il 5 gennaio 1923 quando L’Alpino annunciava la fondazione della Sezione
Carnica. Il 29 aprile dell’anno seguente si teneva la prima assemblea alla
presenza di trentuno soci capeggiati da Ilario Candussio, invalido di guerra,
decorato al valor militare, come lo erano peraltro tanti dei reduci della
Grande Guerra che confluirono nelle file dell’Ana Carnica. Nel suo primo
decennio di attività, ma anche nella sua lunga storia, la Sezione Carnica ha
sempre potuto contare su una significativa e costante adesione.
Agli ex combattenti sono andati ad aggiungersi negli anni i
giovani che avevano concluso il servizio militare, facendo ben presto crescere
il numero dei Gruppi: sono infatti diciannove nel giugno 1931. La Seconda
guerra mondiale frena la vita associativa che riprenderà con grande vitalità
nel periodo postbellico, quando l’entusiasmo delle penne nere carniche si
manifesta nella costruzione di monumenti in memoria dei Caduti ma anche
nell’organizzazione di feste alpine e manifestazioni che creano un forte
sentimento di aggregazione con il territorio. Fin da subito, il sodalizio
carnico partecipa attivamente alle Adunate nazionali e ai raduni sezionali o
zonali, come pure alle manifestazioni sportive, alcune organizzate dallo
stesso.
Fin dai primordi della sua fondazione, la Sezione si è impegnata
sul suo territorio di appartenenza con la sistemazione di strade e sentieri,
con il recupero del patrimonio storico-architettonico locale, con numerose
attività di volontariato che hanno visto in più occasioni le penne nere
carniche prestare il loro aiuto durante le calamità naturali, e questo non solo
a livello locale ma anche nazionale e addirittura internazionale. Ricordiamo in
particolare i volontari della Sezione che hanno prestato aiuto alla popolazione
dell’Armenia colpita dal terremoto nel 1988 o che hanno dato il loro sostegno
alle migliaia di profughi fuggiti dalla guerra del Kosovo. Tra gli interventi
di solidarietà ci sono state anche donazioni o partecipazioni a iniziative
benefiche, come la ristrutturazione della Casa di Zovello per le vacanze dei
bambini affetti da sindrome Down.
È infatti promotrice di pubblicazioni e della fondazione del
museo storico la Zona Carnia durante la Grande Guerra, che conserva numerosi
documenti e reperti storici. L’attività della Sezione guarda al futuro con
entusiasmo con l’organizzazione sul suo territorio dei Campi scuola, esperienza
formativa ma soprattutto gratificanti per i giovani partecipanti e per gli organizzatori.
Molto si potrebbe ancora dire, ma basterà ricordare la celebrazione dei
cent’anni svoltasi nei giorni di sabato 10 e di domenica 11 giugno e che ha
preso le mosse da un luogo simbolo della Grande Guerra.
Sabato è stato infatti organizzato un pellegrinaggio, quest’anno
molto affollato, come ha ricordato il presidente sezionale Ennio Blanzan, che
ha portato i partecipanti prima alla cappella di Pal Piccolo, dove si sono
svolti l’alzabandiera, la deposizione di una corona d’alloro al cimitero militare
e la celebrazione della Messa officiata dal cappellano militare don Marco
Menin. La marcia è poi proseguita verso la cappella di Pal Grande dove è stata
deposta l’immagine della Madonna delle Nevi realizzata a partire da un dipinto
di Pietro Fragiacomo.
Un momento solenne si è avuto nel pomeriggio con la deposizione
di fiori al monumento di Timau dedicato alle Portatrici carniche che in tempo
di guerra hanno condiviso con gli alpini fatica, stenti e dolori e i cui
discendenti oggi sfilano a fianco della Sezione. Un sabato intenso cui è
seguita la giornata conclusiva che si è tenuta a Tolmezzo. Presente il Labaro e
il presidente nazionale Sebastiano Favero che ha voluto sottolineare come
Tolmezzo e la Carnia vogliano dire alpini e storia degli alpini fin dalla
costituzione del Corpo nel 1872.
Delle prime quindici compagnie alpine costituite in quell’occasione, la 15ª ebbe sede proprio a Tolmezzo. Favero ha anche ricordato Paola Del Din, Medaglia d’oro al Valor Militare, che, con la sua determinazione, ha voluto partecipare all’evento. Dopo l’alzabandiera, gli onori ai Caduti di tutte le guerre e le allocuzioni tenute nel piazzale Vittorio Veneto dove si erge il monumento all’alpino, la giornata si è conclusa il pomeriggio, dopo un apprezzato rancio alpino, con l’ammainabandiera e un forte e sentito rompete le righe.
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