PICCOLA DIGRESSIONE SUL VINO: DA ELEMENTO CONVIVIALE A PROTAGONISTA DELLA STORIA
Nella letteratura classica, il vino è associato all’idea di festa conviviale ed è presente nei simposi riservati a pochi che partecipano ad una serie di sequenze rituali con un liturgia ben precisa: ai partecipanti vengono poste ghirlande di fiori intorno al collo e versato unguento sul petto e balsami profumati. L’aspetto festoso del vino non manca certamente nella letteratura biblica: un banchetto con vini eccellenti e raffinati è la metafora usata in Isaia per descrivere un’età felice.
In ambito nordico, ad un estremo geografico e cronologico, la birra prende il posto del vino, mantenendone le sue caratteristiche conviviali. Attorno al VII-VIII d.C., si canta che quando l’eroe Beowulf giunge dalla Svezia alla corte del re danese, questi, prima dell’attacco all’orco feroce di nome Grendel, fa allestire un convito di accoglienza dove il segno della festa non è altro che questo “limpido liquido”.
Il vino diventa anche protagonista di vicende, avendo la capacità di guidare i personaggi nelle loro storie. L’ubriacatura di Polifemo nell’Odissea è la chiave risolutiva di una situazione difficile.
Non molto diversa la storia locale che mantiene la natura conviviale del vino sorseggiato, ma non troppo, davanti al fogolâr o la sua presenza determinante in fatti storici: i componenti della banda del patriota Valentino Asquini, al momento del giudizio, per sminuire le proprie responsabilità, affermavano spesso di essere stati arruolati mentre erano ubriachi. E che dire delle liti nate fra ubriachi a volte con esito tragico, testimoniate nei processi già a partire del Seicento.
Insomma, il vino è parte integrante della vita di tutti i tempi e di tutti i popoli e, riprendendo le parole del grande poeta latino Virgilio, inter pocula laeti, come dire “in mezzo ai bicchieri si trova la felicità”.
In ambito nordico, ad un estremo geografico e cronologico, la birra prende il posto del vino, mantenendone le sue caratteristiche conviviali. Attorno al VII-VIII d.C., si canta che quando l’eroe Beowulf giunge dalla Svezia alla corte del re danese, questi, prima dell’attacco all’orco feroce di nome Grendel, fa allestire un convito di accoglienza dove il segno della festa non è altro che questo “limpido liquido”.
Il vino diventa anche protagonista di vicende, avendo la capacità di guidare i personaggi nelle loro storie. L’ubriacatura di Polifemo nell’Odissea è la chiave risolutiva di una situazione difficile.
Non molto diversa la storia locale che mantiene la natura conviviale del vino sorseggiato, ma non troppo, davanti al fogolâr o la sua presenza determinante in fatti storici: i componenti della banda del patriota Valentino Asquini, al momento del giudizio, per sminuire le proprie responsabilità, affermavano spesso di essere stati arruolati mentre erano ubriachi. E che dire delle liti nate fra ubriachi a volte con esito tragico, testimoniate nei processi già a partire del Seicento.
Insomma, il vino è parte integrante della vita di tutti i tempi e di tutti i popoli e, riprendendo le parole del grande poeta latino Virgilio, inter pocula laeti, come dire “in mezzo ai bicchieri si trova la felicità”.
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