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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

CYRIL RAMAPHOSA, UN MILIARDARIO A CAPO DEL SUDAFRICA

DOPO LE DIMISSIONI DI ZUMA, TOCCA ORA A RAMAPHOSA GUIDARE IL PAESE. È IL QUINTO PRESIDENTE DEL SUDAFRICA DALLA FINE DELL’APARTHEID L’Africa subsahariana non smette di stupire. Dall’agosto scorso continuano in Togo, senza un attimo di tregua,  le manifestazioni e gli scioperi  contro il regime del presidente  Faure Gnassingbé , a capo dello stato da più di 12 anni dopo i 38 anni di governo del padre. Anche in  Kenya  l’opposizione prosegue la sua lotta per elezioni libere e democratiche e non mancano  proteste di piazza. Ora, il  Sudafrica  ha dato un forte segno di transizione pacifica verso la democrazia e lo stato di diritto.  Jacob Zuma , presidente della seconda economia del continente preceduta dalla sola Nigeria ricca di petrolio, ha annunciato, il 14 febbraio, le proprie dimissioni , ammettendo che era arrivato il momento di ritirarsi per scongiurato il voto di sfiducia programmato in Parlamento. Il suo partit...

RIFIUTI, INCUBO PER L’AFRICA, MA NON PER LA REPUBBLICA DEL CONGO

DA DICEMBRE SCORSO, È IN ATTO LA COSTRUZIONE DI UN BIOCENTRO PER IL TRATTAMENTO DEI FANGHI INDUSTRIALI PREVISTO NEL VILLAGGIO DI TANDOU MBOMA Qualunque società, in qualsiasi epoca, si è dovuta confrontare con i rifiuti derivanti dalle attività dell’uomo, perché, si sa, la natura non genera rifiuti, ma ricicla quello che produce. Se il problema rifiuti è diventato un’emergenza in molti paesi, il loro smaltimento ha raggiunto proporzioni mondiali. Per arginare momentaneamente la situazione, si è pensato bene di scaricare i rifiuti in zone lontane, magari meno abitate, ovviamente in cambio di una contropartita economica. L’ Africa   è quindi stata per anni la pattumiera dell’Europa e degli Stati Uniti ,  accogliendo tonnellate di rifiuti ,  in qualche caso pericolosi per radioattività o velenosità ,  e comunque sempre inquinanti e responsabili di devastazioni dell’ambiente . Emblematico il caso di  Agbogbloshie , sobborgo a ovest d...

‘TWO IS BETTER THAN ONE’: POLIGAMIA PRESIDENZIALE IN KENYA

DA UNA PARTE KENYATTA, RICONFERMATO NELL'OTTOBRE SCORSO, DALL'ALTRA ODINGA, CHE SI È AUTO-PROCLAMATO DURANTE UNA CERIMONIA TENUTASI IL 30 GENNAIO A NAIROBI Non tutti i Paesi hanno un presidente: alcuni ce l’hanno ad interim, altri ‘per la vita’, altri ancora non lo scelgono ma se lo fanno imporre da interessi poco politici, ma tanto economici; però, un paese con ben due presidenti, beh, è una cosa mai vista. Eppure il  Kenya , uno dei Paesi africani più cresciuti economicamente negli ultimi anni, ha da martedì 30 gennaio 2018 ben due presidenti. A dire il vero, uno dei due,  Raila Odinga , si è auto-proclamato durante una cerimonia tenutasi il 30 gennaio scorso nel parco Uhuru di Nairobi, affermando che le votazioni di agosto 2017, annullate per irregolarità, lo avrebbero riconosciuto vincente; l’altro presidente ha, a quanto pare, le carte in regola: l’uscente  Uhuru Kenyatta  è stato infatti riconfermato capo dello stato del Kenya nelle rielezioni del 16 ...