RESTAURO E ANTIQUARIATO: REDAICARUI DI TOLMEZZO
Quell’insetto
insulso che si nutre della fibra del legno, scavandovi gallerie che compromettono spesso
la solidità della mobilia, ha un grande nemico. Anche se la lotta è impari, perché sconfiggere
il tarlo definitivamente è alquanto impossibile, i restauratori sono ben
attrezzati per la manutenzione e il recupero, nonché la
conservazione di mobili di vario tipo.
“Re dai carui” (re dei tarli) è il giusto titolo da conferire a
questi instancabili ‘combattenti’ di tarli ed è anche il nome di una raffinata bottega di
restauro sita a Tolmezzo, in provincia di Udine.
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Delfino Cimenti (ph. arch. Cimenti) |
L’attività di Redaicarui affonda
le sue radici nella
tradizione e nella storia della famiglia Cimenti di Fielis di Zuglio, impegnata
da generazioni nell'artigianato.
La passione
e l’arte passa inevitabilmente attraverso i sensi e il tatto diventa
fondamentale per chi ama e lavora il legno. Così ha iniziato la sua attività
Delfino Cimenti, classe 1911, che si cimenta nel mestiere del falegname,
dimostrando da subito una grande capacità manuale. Molto giovane, realizza addirittura
una bicicletta in legno.
Delfino si sposta a
Venezia, culla di numerose maestranze carniche, dove ha modo di allargare i
suoi orizzonti e dedicarsi al restauro.
Rientrato in Carnia, lo vuole il senatore Michele Gortani per i numerosi
restauri da eseguire nel museo di Tolmezzo, oggi realizzati dalla figlia Licia.
Delfino lavora in quegli anni anche per il Duomo del capoluogo carnico.
L’attività
passa negli anni ’80 alla figlia Licia che porta avanti il laboratorio del
padre in cui si
tramandano l’arte e la passione del restauro riportando allo splendore oggetti
e mobili antichi.
Licia segue l’insegnamento del padre “non impari, rubi” che
non significa altro che guardare, osservare, cogliere, e fare proprie le
sensazioni percepite. “Vedi l’oggetto, chiudi gli occhi e poi inizia a toccarlo
e ti accorgi subito se c’è qualcosa che non va”. Così lavorava Delfino, così ha
imparato il mestiere Licia,
respirando per anni l’aria della bottega del padre, toccando i materiali,
studiando la storia e l’epoca dei manufatti.
La parte per così dire teorica ha riguardato
l’approfondimento delle tecniche utilizzate in bottega con la partecipazione a
corsi di specializzazione, fiere e convegni.
L’ampio
spazio espositivo permette anche di acquistare mobili d’antiquariato,
soprattutto di provenienza locale, ma anche austriaca e veneta.
La bottega
non è solo il luogo dove si svolge un’attività di artigianato e restauro, ma è
un vero e proprio contenitore, ricco di una lunga storia raccontata attraverso
oggetti di vario tipo.
Licia
riprende le tecniche e fa uso di materiali tradizionali, “tutti prodotti usati
al tempo del manufatto”: terra vergine, stucco con segatura, cera d’api e
l’immancabile gommalacca, resina organica, fondamentale
per la lucidatura del legno.
Per Licia, ogni restauro ha una storia particolare, a cominciare
dal mobile in noce massello che a fine lavorazione ha fatto scoprire un mobile
cinquecentesco fino ai numerosi e preziosi pezzi d’arredo nascosti da una
spessa pattina nera.
La passione è sempre stata al primo posto negli interventi di restauro e
nell’attività di antiquariato svolti dall’azienda Cimenti.
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