IL POPOLO È SOVRANO

La sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti della Costituzione… così recita l’articolo 1, comma 2 della Costituzione italiana, un dettame importante, sentito, risentito ma spesso abusato tanto da scadere in un semplice modo di dire…
Eppure, a nome della sovranità del popolo dovremmo essere informati di tutto, con la massima trasparenza ed avere, in caso di poca chiarezza, la possibilità di modificare qualche legge tramite il referendum popolare, sancito anch'esso dalla Costituzione. La trasparenza non c’è sempre, ma, per fortuna, ci rimangono i referendum, una tenue voce con cui il popolo può dire la sua.
Così siamo stati chiamati a giugno a votare sull’acqua pubblica, il nucleare in Italia e il legittimo impedimento, tre argomenti importanti e molto sentiti dagli Italiani che hanno votato in massa. 57% è la percentuale degli elettori che hanno partecipato ai referendum e la Carnia ha saputo dare un significativo segnale in questo senso.
Ora si raccolgono firme per decidere l’abolizione delle province e il nuovo assetto della legge elettorale. Servono 50.000 firme… un bel traguardo e una bella sfida… il tutto a cospetto delle poche e frammentarie informazioni trasmesse dai telegiornali e media. Molti su internet hanno addirittura lamentato la mancanza, in alcuni comuni italiani, di moduli specifici per la sottoscrizione.
Si parte quindi con la raccolta firme per abolire le province, un argomento non nato ieri ma di cui si discute dagli anni Settanta; un tema molto forte in campagna elettorale ma poi dimenticato. Eppure, il taglio delle province potrebbe fare risparmiare fino a 12 miliardi di Euro. Nonostante questo, da 40 anni a questa parte, il numero delle province, invece di scendere, è lievitato da 94 a 110. Comprese le ultime tre, cioè Monza e Brianza, Fermo e Barletta-Andria-Trani, istituite nel 2004 ma rese operative solo nel 2009.
La seconda consultazione referendaria parla della riforma dell’attuale legge elettorale denominata “porcellum” dalla definizione datale dal suo principale ideatore, il ministro Roberto Calderoli. L’attuale legge prevede liste bloccate (l'elettore si limita a votare solo per delle liste di candidati, senza potere indicare preferenze), premio di maggioranza (viene garantito un minimo di 340 seggi alla Camera dei deputati alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti), soglia di sbarramento (per ottenere seggi alla Camera, ogni coalizione deve ottenere almeno il 10% dei voti nazionali; per quanto concerne le liste non collegate la soglia minima viene ridotta al 4%), e obbligo di indicazione del candidato premier.
Il numero delle firme necessarie per attivare l’iter giuridico che porterà alla creazione di un referendum abrogativo, sembrerebbe essere raggiunto, ma, dietro ai numeri, c’è altro… ci sono le tante persone, di ogni estrazione sociale ed inclinazione politica, che hanno fatto vincere il buon senso di fronte a problematiche importanti, che sono state capaci di ridiscutere le loro scelte a cospetto della generale e crescente disaffezione per la politica.
E mentre i paesi del Medio Oriente e dell’Africa rivendicano i loro diritti con ampie proteste, la Spagna con manifestazioni di piazza, l’Italia, prima con la massiccia partecipazione ai referendum di giugno e poi con la sottoscrizione degli stessi a settembre, ha saputo esprimere la propria opinione in modo democratico dimostrando un grande segno di civiltà. Cosa di meglio per festeggiare i 50 anni dell’Unità d’Italia… l’unione del popolo italiano sotto un’unica bandiera, quella del buon senso.

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